Filmi

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Qualche tempo fa,  in un periodo di vacanza,  avevo chiesto su Friendfeed di consigliarmi dei film da vedere in quel mentre. Ora è estate e per me non è vacanza, ma per molti lo è. Quindi sta a me consigliare dei film.

Una dozzina, come le uova, divisi in quattro categorie. In ordine di “l’hai visto di sicuro”: vale a dire che, in cima ai tre, c’è quello che è più probabile che abbiate già visto. Gli asterischi, invece, sono la mia personale classifica: secondo me questi son tutti da vedere, ma quello con tre asterischi più di quello con due, e quello con due più di quello con uno.

Non sono necessariamente i film che mi sono più piaciuti in assoluto, non ci ho messo niente di davvero o specifico per appassionati di un genere (sono un po’ più così i bonus), perché vuole essere una valigia di consigli un po’ per tutti i gusti.

Naturalmente, per chi ne avesse voglia, questo è anche il luogo per consigliarne degli altri, a me o a chi legge, nei commenti.

Italiani, ridere e belli.
– La vita è bella ***
– Aprile *
– Si può fare **

Amicizie, amori e amicizie.
– Les invasions barbares (Le invasioni barbariche) **
– Once *
– Everything is illuminated (Ogni cosa è illuminata) ***

Se un elefante ha il suo piede sopra alla coda di un topo, e tu decidi di essere neutrale, il topo non apprezzerà la tua neutralità.
– Das Leben der Anderen (Le vite degli altri) **
– No Man’s land *
– Shooting dogs ***

Altro che ti aspettavi altro.
– Dogville ***
– Crash *
– Le scaphandre et le papillon (Lo scafandro e la farfalla) **

Bonus, per arrivare a quindici:
Il film scemo con il miglior finale, finisce che ti frega proprio: Nueve reinas.
Il film che per tutto il film speri che finisca, ma poi ci pensi per una settimana: Antichrist.
Cortometraggio (link), Israele e Palestina in chiave fast food: West Bank Story.

Cos’è il populismo (o forse il qualunquismo)

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Da qualche tempo rifletto su quale sia la precisa definizione di populismo. È una cosa che tutti sappiamo individuare, ma è più difficile da circoscrivere dentro a un determinato set di caratteristiche, ed è perciò ambigua. In fondo si può essere accusati di populismo qualunque cosa si dica.

Sappiamo tutti quali sono le caratteristiche che non apprezziamo nel leggere o ascoltare qualcosa: se è egoista, menzognero, semplicemente falso, stupido, illogico, e così via. Sono tutte definizioni che vogliono dire qualcosa di preciso, e possono essere giudicate pertinenti o meno in quanto tali.

Sono giunto alla conclusione che la caratteristica principe del populismo è l’esprimere un concetto che è condiviso da chiunque, ma che nella percezione dell’interlocutore non lo è. Ho provato a fare una controprova con varie cose populiste che mi venivano in mente e mi sembra funzionare. Insomma: se non c’è nessuno che contraddirebbe quello che state per dire, non vale la pena dirlo.

UK explained

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Se siete di quelli che quando giocavano a nomicosecittà e usciva la “o” evitavate di mettere “Olanda” fra i Paesi, perché il Paese si chiama “Paesi Bassi”, mentre l’Olanda è solo una delle province. Se dite Moldavia anziché Moldova, se sapete che il capo di stato di Andorra è Sarkozy, a metà con un vescovo spagnolo. Insomma, se siete dei nerd geografici come lo sono io, apprezzerete questo video che vi spiega tutto quello che c’è da sapere del Paese in cui vivo, che non è l’Inghilterra, neanche la Gran Bretagna, bensì il Regno Unito. E se – come spero – sapevate già tutto questo, non rimane che guardarlo per fugare il dubbio se i territorî del Commowealth facciano parte della Corona, e qual è la definizione ufficiale di quell’ottusissima Isola di Man.

 

Il cuore e il pugno

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Vorrei tanto trovare il tempo di leggere questo libro:

Eric Greitens era un talentuoso studente universitario quando una domanda postagli da una donna bosniaca gli cambiò la vita. Era l’estate del 1994, lui era partito per i Balcani per lavorare nei campi profughi. Era su un treno e, quando incontrò la donna, lei gli chiese: «perché l’America non sta facendo nulla per fermare la pulizia etnica, gli stupri, le uccisioni?». Greitens pensava che fosse proprio quello che stava facendo.

«Pensavo di stare dando un vero contributo, ma quando arrivai in Bosnia mi resi conto che la domanda di quella donna era la domanda che tutti avevano in testa. Ricordo di un ragazzo, in uno dei campi, che mi disse: “non mi fraintendere. Apprezziamo questo rifugio per la mia famiglia, e apprezziamo il cibo che ci viene dato, e il fatto che ci sia un asilo, e tutte queste cose, ma se le persone davvero tenessero a noi, farebbero il possibile per proteggerci”».

grazie a Max

Le scommesse si pagano

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Ricordate la scommessa sul ballottaggio di Milano? Il premio per chi fosse andato più vicino all’esito finale era un post su questo blog sul cui contenuto non avevo facoltà di veto o modifica. Francesco D ha sbagliato del solo 0,09% e si è guadagnato il premio. Gli ho scritto:

Hai vinto. Ti spetta un post. Una sottile disquisizione politica? La foto della tua modella (o il tuo modello) preferito. Un messaggio di sensibilizzazione per la fecondazione assistita dei fenicotteri nani della Papua Nuova Guinea? Un insulto al tuo professore del liceo? Hai carta bianca.

Niente fecondazione assistita. Solo l’embedding di questo video:

Sono sempre fatti tuoi

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Uno dei mantra di questo blog è che non esiste neutralità di fronte a un’ingiustizia, nelle grandi cose – come i massacri perpetrati di fronte all’ignavia del mondo –, o in quelle più piccole: episodî che capitano a tutti, e nei quali il “non sono fatti miei” tradisce solamente uno sterminato egoismo (il privato è politico, dicevano le femministe ai bei tempi).

La trasmissione dell’ABC “What would you do?” (cosa faresti?) si basa proprio su questo concetto: il meccanismo è quello delle candid camera, ma invece di fare scherzi alle persone ignare delle telecamere, si tenta di porli in delle situazioni che mettano alla prova il loro senso di giustizia contro il loro “non sono fatti miei”.

In questo caso, in Texas – uno degli Stati degli USA in cui un cameriere può rifiutarsi di servire degli omosessuali –, una cameriera (complice) inizia a criticare e insultare una coppia di omosessuali (complici anche loro) con figli. La maggior parte degli avventori del ristorante interviene, ognuno con la propria strategia: chi trattando a male parole la cameriera, chi chiamando in causa Gesù, chi parlando rivolgendosi direttamente alle due lesbiche.

Vedere queste reazioni, assieme a questa notizia, è un bel segno d’ottimismo.

River