Tu chiamala se vuoi… Guantanamo

Come biasimarlo? O come biasimarla?

Una saudita ha chiesto il divorzio dopo aver scoperto che il marito l’aveva soprannominata ‘Guantanamò sul suo cellulare. Lo scrive oggi il quotidiano al Watan secondo il quale la donna, di una trentina di anni e abitante a Gedda, ha scoperto per caso che il marito aveva memorizzato con il nome della tristemente famosa prigione americana sull’isola di Cuba, il suo numero di telefono. Ha infatti provato a chiamarlo sul cellulare ma lo sventurato l’aveva lasciato a casa e la moglie ha potuto così vedere il numero alla voce Guantanamo illuminarsi sul display. Furibonda ha chiesto il divorzio sostenendo che attribuendole un simile nomignolo, il marito la considerava una persona tirannica.

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Amen

La figlia di Antonio Socci, forse il giornalista più lucidamente folle in Italia, è in coma per “un inspiegabile arresto cardiaco“. Socci ha chiesto al mondo, su internet e su varî giornali, di pregare per sua figlia, augurandosi un’inspiegabile guarigione, sopraggiunta inspiegabilità della quale attribuirebbe certamente il merito al suo Signore.

Non si capisce perché non attribuisca al Signore  – «Quello stronzo!» – la maligna inspiegabilità dell’arresto cardiaco, né si capisce perché Socci pensi che questo Signore dovrebbe curarsi, e ascoltare, delle preghiere fatte per sua figlia e non le preghiere delle manciate di milioni di persone che lo pregano per non morire di fame, inascoltati, ogni giorno, in ogni parte dell’Africa.

O forse si capisce, per quel tratto così genuino d’egoismo di un padre che non vuole separarsi da una figlia che tanto ama, e che supplicherebbe la distruzione di tutte le cattedrali del mondo per viverle accanto un giorno di più. Questa pietà, tanto umana e traboccante di calore, è quella che mi fa augurare a quel padre, e a Caterina, di rimanere – per tanto tempo ancora – sostanza fisica di questo bel Mondo a cui siamo tutti affezionati.

Viva le cipolle giarrettane!

Trovandomi in una delle zone più rurali della Sicilia, e recuperando internet solo per cinque minuti al giorno – e non avendo il tempo, quindi, di scrivere nulla – posso soltanto rimandare alla lettura di qualcosa che vi è sfuggito nell’ultimo periodo. Ecco, se c’è un post che ho scritto negli ultimi tempi che, se non avete letto, vi direi di leggere è quello sul San Paolo senza arbitrio. Forse l’ho scritto troppo scherzoso, ma io una risposta la chiedevo davvero!

Venghino siori, venghino

Prendendo il la dal ripristino dei colori del blog – sarebbe tristemente successo – ho modificato un po’ di cose nei varî menù laterali. Non sono cambî strutturali, poche cosette che secondo me lo rendono più chiaro. Se vi capita di avere voglia di lasciare un commento o un consiglio vi regalerò una radio a transitor ogni 30 di febbraio.

(il viola non si tocca)

Sette anni di guai

Un bambino di 7 anni non voleva andare in chiesa, allora è scappato… con la macchina! L’immagine dello sportello che si apre, e ne esce quel frugoletto è bellissima:


Video.

Giallo

Oggi Parigi accoglie due persone importanti, mia sorella, e questo signore qua:

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