L’ultimo baluardo in questa Europa di sodomiti

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Da oggi, alcune coppie omosessuali straniere saranno riconosciute legalmente in Irlanda. Ad aprile, poi, saranno riconosciute anche quelle irlandesi. Con questo, tutti i Paesi dell’Europa occidentale hanno qualche tipo di riconoscimento per le coppie omosessuali. Naturalmente, tranne l’Italia. Vabbè, possiamo tirare in ballo il principato di Monaco, o dire che – in fondo – anche la Polonia o la Grecia. Secondo me sarebbero solo appigli per consolarci, perché la cartina qui sotto – ho colorato di azzurro gli Stati che riconoscono un qualche tipo di unione omosessuale – è una delle cose più desolanti che si possano registrare, nel 2011.

Magari come l’ho scritto non fa lo stesso effetto, ma l’occhio dà la misura dell’arretratezza di questo Paese:

p.s. si può essere d’accordo con questo post solamente se si considera il rispetto delle culture un principio leghista (altrimenti rispettate la cultura omofoba dell’Italia dall’universalismo dell’Occidente), la discriminazione degli omosessuali un effettivo segno di arretratezza, e l’umanità un’entità unica senza dei “noi” e dei “loro”.

Quelli stupidi in America

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Gli Stati Uniti sono un Paese strano, perché sono un posto dove non ci sono i fascisti. Intendiamoci: hanno un sacco di persone poco a modo, un pacco di nazionalisti nel modo più ottuso e cattivo, una quantità assurda di evangelici in fissa con la lettera della Bibbia, tanti simil-leghisti in salsa a stelle e strisce da riempire un altro Stato, un sacco di gente ultra-conservatrice in mille altri modi che non siano quelli. Però i fascisti come ce li abbiamo noi, quelli che fanno viva il Duce, proprio non ce l’hanno. Vabbè, i nazisti dell’Illinois, come in Italia ci sono quelli del capitalismo anarchico, però sono due gatti.

Ci sono ragioni storiche per tutto questo e hanno a che vedere con l’altra parte politica un po’ al contrario di ciò che succede da noi, ma ora come ora negli USA quelli matti sono quelli che si mettono a gridare “GOVERNMENT!!!” (per loro è una parolaccia) se gli alzi le tasse di 2 dollari e venticinque cents. Cioè l’opposto del fascismo come lo conosciamo noi, che è un socialismo nazionale (che se invertite ‘ste due parole non dovete neanche finire di leggere il post), corporativo, statalista, autarchico, eccetera.

E questi qui, in genere, sono quelli che odiano tutti, ma in particolare le persone che spiegano che ogni tanto lo Stato può fare qualcosa di decente, tipo provare a garantire la copertura sanitaria a tutti, o assicurare una scuola che funzioni anche all’ultimo fratello di Harlem (perché conviene a tutti). Quindi in questo periodo Obama, i democratici, eccetera.

Proprio questi, difatti, sono anche quelli che nel tentativo di dimostrare un punto politico particolarmente fine – in ragione del fatto che Obama si è battuto per un timido intervento statale – lo paragonano a Hitler (e non è un complimento). Hai i baffi? No. Peccato, sennò usavo quello. Allora facciamo che siccome vuoi dare i soldi alla sanità pubblica, io ti paragono al più stronzo di tutti.

Ora, si fa una gran fatica a spiegare a quelli matti che questo paragone è più offensivo che ridicolo, e che Hitler era pure – per dire – vegetariano ma questo non si traduce nell’evidenza che tutti i vegetariani siano dei genocidi. Percio, per favore, non mettetevici anche voi: il fatto che fra le letture del ragazzo che ha sparato a Giffords ci fosse il Mein Kampf (assieme al Manifesto del Partito Comunista e ad Alice nel Paese delle Meraviglie) non dimostra che fosse uno mandato lì dai tea parties, semmai l’opposto.

Che poi su quella manigolda di Sarah Palin ci sono talmente tante critiche fondate da muovere, che di attaccarsi al pericolosissimo conio semantico del mandante-linguistico come un Berlusconi qualunque non c’è proprio bisogno.

Funziona

Oggi è stato abolito il Don’t ask don’t tell. Fra cinque anni ci sembrerà impossibile che ci sia mai stato. Funziona così, l’America.

Giochino: metti in ordine di preferenza i dieci leader di partito

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Lo stavo facendo per me, questo giochino, quindi ho pensato che potevo metterlo qui. Magari non sono l’unico che si diverte. L’ordine dei leader di partito secondo mia preferenza: la brutalità è che non si possono aggiungere commenti, né differenze di margine.

Bonino
Bersani
Vendola
Fini
Rutelli
Di Pietro
Casini
Berlusconi
Storace
Bossi

Bravo Vendola!

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Ho sentito ora Nichi Vendola intervistato alle Invasioni Barbariche. E ho visto che ha detto una sciocchezza e una cosa molto bella, che però nessuno ha riportato:

Credo che a questo punto tocchi a noi fare la nostra parte, io voglio fare le mia parte. Perché se l’Afghanistan piange io non penso che l’Italia possa ridere. Non possiamo essere felici se c’è un’infelicità accanto a casa nostra. E se quelli della Lega dicono “fatti degli afghani”, io non sono d’accordo, penso che siano “fatti” del mondo civile.

p.s. in realtà, nella frase, al posto di Afghanistan c’era Napoli, e al posto di Italia c’era Puglia. Ma non potrei credere che, se parliamo di mondo civile, faccia differenza, no?

Le differenze fra WikiLeaks e il lettone di Putin

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Con il disorientamento ch’è proprio delle cose nuove, non mi sono ancora fatto un’idea su WikiLeaks. Messi da parte i personalismi un po’ grilleschi e paranoici del suo fondatore, ho sempre avuto simpatia per l’idea e per l’efficacia: in fondo era un piccolo Davide di periferia che la faceva al grosso e potente Golia dell’esercito e della diplomazia statunitense.

In più c’è la questione del beneficio al mondo: sapere che le tue malefatte potrebbero essere scoperte è effettivamente un bel deterrente. Può darsi che già ora l’operato dei soldati in Afghanistan sia in qualche misura condizionato per il meglio, come probabilmente lo era stato dopo la pubblicazione delle foto di Abu Ghraib: non possiamo essere certi che non ci siano stati altri carceri come quelli, in Iraq, ma possiamo essere ragionevolmente sicuri che quella fuga di notizie abbia reso l’eventualità più improbabile.

Così, anche ora, vago con curiosità e attesa fra le varie indiscrezioni e i primi blocchi di documenti già pubblicati dai varî giornali. Sentendomi, in fondo, legittimato a farlo: è quello di cui parlano tutti. Però non riesco a setacciare fino in fondo quello stordimento di cui parlavo all’inizio senza che mi sorga qualche dubbio: son qui che aspetto di leggere cosa dirà la diplomazia americana dei “festini selvaggi” di Berlusconi. Qualunque cosa ne verrà fuori, sicuramente, mi farà fare una risata, ma poi mi domando: la pubblicazione di intercettazioni private è tutt’altra cosa? Perché leggere delle prostitute di Vittorio Emanuele sui giornali è una cosa disdicevole, mentre stare qui ad aspettare le opinioni della diplomazia americana su quelle di Berlusconi è diverso? Perché leggere di Berlusconi che viene definito il portavoce di Putin è tanto diverso da leggere Naomi Letizia che lo chiama papi?

Naturalmente ho preso due esempi in cui c’è una notevole differenza di rilevanza politica e interesse pubblico fra i due fatti – è fuor di dubbio – ma più che parti di due scale diverse, mi sembrano diverse gradazioni della stessa scala. E, se è così, è tanto facile stabilire il limite? Quanto c’è del nostro gusto di spiare del buco della serratura – e magari avere conferma delle nostre opinioni – e quanto di interesse per le sorti del mondo? È una considerazione alla quale non ho risposta, e che contempla anche l’ipotesi che al contrario non ci sia nulla di male a pubblicare robe private, perché in fondo ti dovresti comportare col mondo come se tutto il mondo ti vedesse.

Se nei commenti mi scrivete qualche considerazione utile a orientarmi meglio, sono contento.

Secondo l’ONU i gay possono anche essere ammazzati

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Nessuno dei canali d’informazione che seguo ne ha parlato – oppure mi è sfuggito – ma la scorsa settimana è successa una cosa scandalosa: l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha votato un emendamento che in molti hanno riassunto con “non c’è nulla di male nell’ammazzare gli omosessuali”.

In sostanza, doveva essere approvata una risoluzione in cui si richiamava al dovere di ciascuno Stato nel rispettare il diritto alla vita di tutti i proprî cittadini, combattendo e investigando sugli omicidî commessi con ragioni discriminatorie. È un documento che viene approvato ogni anno. Tuttavia, quest’anno è stato proposto un emendamento per escludere dalle discriminazioni omicide – quelle da combattere e investigare – quelle ai danni degli omosessuali: come dire, in tale caso la discriminazione va bene.

A votare contro questo disgustoso emendamento sono stati solamente in 70 (su 192 Paesi aventi diritto al voto). Una lista che varrebbe la pena di ricordare, specie per ricordarsi chi non è presente:

Andorra, Argentina, Armenia, Australia, Austria, Belgium, Bhutan, Bosnia-Herzegovina, Brazil, Bulgaria, Canada, Chile, Costa Rica, Croatia, Cyprus, Czech Republic, Denmark, Dominican Republic, Ecuador, El Salvador, Estonia, Finland, France, Georgia, Germany, Greece, Guatemala, Hungary, Iceland, India, Ireland, Israel, Italy, Japan, Latvia, Liechtenstein, Lithuania, Luxembourg, Malta, Mexico, Micronesia (FS), Monaco, Montenegro, Nepal, Netherlands, New Zealand, Norway, Panama, Paraguay, Peru, Poland, Portugal, Republic of Korea, Republic of Moldova, Romania, Samoa, San Marino, Serbia, Slovakia, Slovenia, Spain, Sweden, Switzerland, Former Yugoslav Republic of Macedonia, Timor-Leste, Ukraine, United Kingdom, United States, Uruguay, Venezuela

Qualche considerazione:

  • Nella lista, grazie al Cielo, c’è l’Italia.
  • Sono presenti tutti gli Stati europei (il Vaticano non è uno Stato riconosciuto all’ONU, anche se ho qualche dubbio su come avrebbe votato).
  • Non c’è neanche un singolo Stato africano (su 53).
  • L’unico Paese del Medio Oriente contrario all’emendamento è Israele.
  • Nessuno dei 47 Paesi a maggioranza mussulmana ha votato contro (anche se in Bosnia i mussulmani sono quasi il 45%, pochi meno dei cristiani)
  • Sia l’Afghanistan che l’Iraq hanno votato a favore, il regime change non ha portato anche un prejudice change.
  • L’India, che ha recentemente legalizzato l’omosessualità, ha votato contro. La Cina a favore.
  • Fra i contrari c’è il Venezuela di Chavez, nel recente passato politicamente vicino a smaccati omofobi come l’Iran di Ahmadinejad (naturalmente, ha votato a favore), la Cuba di Castro (a favore) e la Bolivia di Morales (assente).
  • Sembra esserci un chiaro collegamento fra democraticità dei governi e rifiuto di aberrazioni come questa. Pare un’ovvietà ma è sempre bene notarlo in questi tempi di lotta per la democrazia appaltata alla destra.

Che mondo.

EDIT – Dopo un mese di pressioni, in particolare degli Stati Uniti, la clausola è stata ripristinata.

Dittatura

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Io l’avevo già dato per finito nel 2006, quando si parlava della disputa fra Fini e Casini per la successione, quindi mi sto zitto. Però noto un’altra cosa.

Leggo un sacco della stessa gente che urlava «è una dittatura!» dire ora cose come: «siamo al capolinea. Silvio (chissà perché solo quelli che dicono «dittatura!», ed Emilio Fede, lo chiamano per nome) non ha più l’appoggio della gente e si barcamena in maniera goffa con le poche armi di propaganda che gli sono rimaste».

Che è la dimostrazione che non c’è mai stata nessuna dittatura.

Al cor poco gentil ratto s’apprende

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Diverso tempo fa una persona con la quale avevo un dialogo franco e schietto mi sottopose, con entusiasmo, un articolo scritto da Marco Travaglio. Non ricordo se fossi d’accordo col contenuto dell’articolo, probabilmente sì, ma ricordo che conteneva un’immagine odiosa: Berlusconi era arrivato al capolinea e i ratti stavano abbandonano la nave che affondava. M’infuriai. Intanto questa storia di Berlusconi che era finito, e tutti i suoi sostenitori corrotti lo stavano abbandonando, l’avevo sentita mille volte, e tutte le volte Berlusconi era tornato più forte di prima. Anzi, il più delle volte non s’era mosso di lì, ché se tutti i topi l’avessero davvero abbandonato, negli anni, ora avremmo un’Italia diversa, e migliore.

Ma poi, soprattutto, come poteva essere accettabile un concetto come quello? Come si può apprezzare un argomento così andreottiano (a pensar male si fa peccato ma spesso si ha ragione? Magari fra le persone che frequenti tu, imbroglione!). Il gioco d’azzardo sulla malafede altrui, la delegittimazione degli altri pareri (pochi giorni fa, a proposito dell’abuso di potere di Bossi, scrivevo di “quanto la nostra mentalità sia abituata a distinguere malafede prima che ingiustizia: a vedere nei nostri avversarî dei servi del potere prezzolati, e senza una vera opinione, anziché delle persone che hanno idee (molto, in questo caso) sbagliate). Per doppiare il pensiero altrui e decidere che, in realtà, non è un’idea ma una menzogna camuffata ci vuole un bel pelo sullo stomaco. Un’operazione di ventriloquismo con cui può avere dimestichezza solo chi frequenta quella dimensione di doppiezza. Se questo è il tuo metro, non ci misurare gli altri!

Poi, ieri sera ad Annozero, Marco Travaglio ha usato la stessa sciupatissima metafora per apostrofare Sandro Bondi. Possibile che, ancora una volta, avesse usato quell’espressione sordida? Perché un’uscita infelice può capitare a tutti, e capita: il problema non è dire cose sceme, ma pensarle. Così, per curiosità, ho messo su Google questa storia del ratto e della nave che affonda, per vedere se era successo altre volte oppure fosse solo una coincidenza di inciampi.

Ecco:

Deve riconoscerle l’onore delle armi: mentre tutti o quasi i topi fuggono e abbandonano la nave, lei è sempre lì ultimo giapponese.
19/11/2010

Molti potrebbero essere in sintonia con il nuovo partito di Fini, ma non tutti, se i topi scappano dalla nave che affonda, devi mettere qualcuno alla porta per selezionare i topi, per vedere topo e topo, dire a questo
8/11/2010

Un partito con un’identità netta intorno ai valori di una destra normale, cioè legalitaria e rigorosa, o un caravanserraglio di riciclati berlusconiani in fuga dalla nave che affonda?
Ogni giorno le cronache segnalano le “new entry” (new si fa per dire) che si accalcano all’ingresso del partito finiano senza incontrare la benché minima resistenza
5/11/2010

La banda del buco si sta disunendo, sente i rintocchi del Dies Irae e si abbandona a un arraffa-arraffa scomposto, disperato, da ultime ore di Pompei. Come quelle bande di topi d’appartamento che, sentendo suonare l’allarme della casa e in lontananza le sirene della polizia, si riempiono le tasche con le ultime posate d’argento e gli ultimi gioielli alla rinfusa prima della fuga.
16/7/2010

Mentre i topi abbandonano alla chetichella la nave e persino le escort e le badanti si dileguano, James si propone come la versione moderna di Eva Braun nel bunker berlinese e di Claretta Petacci a Giulino di Mezzegra.
6/7/2010

I ratti della loggia. Il primo a sganciarsi è sempre Ernesto Galli della Loggia (…) Un po’ come la fuga del primo ratto dalla nave che comincia a imbarcare acqua. Gli altri seguiranno a stretto giro.
18/03/2010

La verità è che i primi a scaricare Craxi furono proprio i ragazzi dello zoo di Bettino: quel variopinto caravanserraglio di nani e ballerine, prosseneti e miliardari che si faceva chiamare Partito Socialista. Al primo scossone i topi fuggirono dalla nave, in linea con la tradizione italiota della fuga da Caporetto.
31/12/2009

Il fuggifuggi dalla barca che affonda è talmente frenetico che non c’è più pietà per nessuno, nemmeno per parenti, amici, colleghi. Si salvi chi può, mors tua vita mea. L’altra sera il salotto del Vespino di sinistra, dove nessuno s’era mai lamentato e dove non s’era mai parlato di casta, anzi la casta la faceva da padrona, pareva la fossa dei leoni.
27/09/2007

Come i topi e le pantegane abbandonano la stiva delle navi alle prime avvisaglie d’acqua, così dirigenti, portaborse, raccomandati, parenti, amanti, mezzibusti, soubrettini e soubrettine prenderanno la via della fuga, sciamando fuori all’impazzata con le mutande in mano, calpestando e travolgendo tutto e tutti
23/06/2006

E gli altri topi della nave che affonda seguono il suo esempio, mettendo in salvo la roba: è notizia di ieri che Dell’Utri vende all’asta l’argenteria di casa, anche perché la condanna per mafia (sia pure in primo grado) potrebbe portare a una misura di prevenzione, cioè al sequestro dei beni. Quanto alle elezioni, Bellachioma non ci pensa neppure a correre quel rischio
19/04/2005

A cinque anni mi son fermato.

Se mai vi capiterà di sentirmi dire all’indirizzo di qualcuno «le tue opinioni non valgono perché le dici solo per interesse» datemi un bel ceffone. E poi aggiungete: «questo è da parte mia, non di quello che mi paga».