Sarà contento Gad

Sulla pagina Wikipedia del programma di La 7, L’Infedele,  si legge la seguente descrizione:

“L’infedele” è una trasmisssione smaccatamente finalizzata a portare voti alla sinistra terremotata filo-comunista ed è apertamente anti-berlusconiana, infatti tutte le puntate, più o meno velatamente, hanno un tema unico: sputtanare Berlusconi politicamente, privatamente, esteticamente, sessualmente, culturalmente, ecc… A differenza di altre trasmissioni come “Anno Zero” e “Tg3″, questa trasmissione propagandistica comunista viene trasmessa su una tv privata e pertanto non è finanziata da noi poveri cittadini italiani imbecilli che pagano il canone RAI.”

I nonni di Maroni puzzano

Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perchè tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perchè poco attraenti e selvatici ma perchè si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali.

Ah, ho dimenticato d’aggiungere:

Dalla relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, Ottobre 1912.

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Somebody has to be for them

Ho provato a renderlo bene in italiano (il meno peggio forse è: Tutti sono contro tutti Qualcuno deve essere per loro), ma in inglese funziona certamente meglio:

Everybody is against everybody
Somebody has to be for them

Il sottotitolo è “27 anni a supporto dei diritti di tutti”.
È lo slogan, io lo trovo molto bello, di una campagna – c’è anche un video – di Amnesty International che ha attirato la mia curiosità. E probabilmente l’ha fatto perché recato da una mappa. Le mappe attirano sempre il mio occhio, ma credo che questa colpirebbe anche chi non abbia questa perversione da nerd.

Ci sono tutti i continenti del mondo, ma raffigurati con le persone che in quei paesi hanno annichilito i diritti umani: c’è il Ku Klux Klan negli Usa, Hitler in Germania, Mao in Russia. Ma si comincia dall’inizio dei tempi.

Se la volete vedere meglio, cliccateci sopra per ingrandirla:
amnestyinternetionalagainst
Intanto sempre Amnesty, domani, a Roma e Milano ha convocato per domani un’iniziativa contro l’impiccagione di Delara Darabi. Il primo desiderio quando ho letto dell’impiccagione, è stato di andare in Iran e fare una strage. Evidentemente ad Amnesty sono più saggi: se ci andate non portate bandiere, ma solo un fiore bianco.

>Sources: 1 2<

Sarà anche, ma di certo non è

È vero che l’unico commento da fare alla faccenda divorzio Lario-Berlusconi era quella che, sì, sono fatti di tutti, e che in questi fatti di tutti non c’era modo perché Berlusconi ne uscisse bene, s’inventasse qualunque colpo di teatro. Qualunque cosa dicano, o facciano, lui o i suoi accoliti, peggiorano (e difatti giù a dire sono-fatti-privati, ah ah ah) la situazione.
Però una cosa c’era, e l’ha trovata Matteo Bordone, o meglio: l’ha scovata il partito di Di Pietro.

Eppure, a cercare bene, c’era una cosa da dire per farsi ridere o sputare addosso. E, con la solita maestria, l’Italia dei Valori l’ha scovata e fatta propria. Ha chiesto ufficialmente, nella sede istituzionale della Camera dei Deputati, che il governo chiarisca il riferimento alle “minorenni” contenuto negli strali di Veronica contro suo marito. Nel giorno in cui tutta Italia si chiede se Berlusconi non sia peggio di com’era, loro riescono a far pensare alla gente che sarà anche, ma di certo non è.

Io ho sempre pensato che l’accento sulla perniciosità dell’anti-berusconismo dovesse essere posto più su quanto fosse stupido che su quanto fosse dannoso, come invece viene spesso fatto. Però cose come queste fanno ricredere.

Bisogna avere pazienza

Sul Guardian c’è un articolo di Michael Tomasky che parte dalla questione della sostituzione di un giudice della Corte Suprema – quell’istituzione tanto importante, quanto quasi immodificabile – negli USA, ma dice una cosa molto importante su tutte le lotte per i diritti, quelli dei neri, quelli delle donne, quelli degli omosessuali: queste cose – le varie conquiste – non sono successe accidentalmente, mentre tutto il resto della società aspettava pazientemente.

No, ogni battaglia è stata combattuta con tutte le armi, spesso contro la maggioranza dell’opinione pubblica, e spesso con forme di Affirmative Action (discriminazione positiva). Battaglie e provvedimenti senza le quali, ora, non saremmo a quel punto.

Quando dicono che “bisogna avere pazienza, le donne mussulmane un giorno avranno tutti i diritti che abbiamo noi, anche in Occidente ci sono voluti secoli” (trad. i mussulmani sono geneticamente inferiori), è necessario rispondere che no. Il nostro progresso, in Occidente, non è avvenuto per caso, ma quelle grandi battaglie sono state non solo utili, ma imprescindibili.

Progress on equality didn’t just happen. Choices count.
Il progresso nell’equità dei diritti non è, semplicemente, capitato. Le scelte contano.