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Ho sentito il racconto – storia vera – di un ebreo americano che era in Italia per qualche mese e non aveva amici al di fuori della sua università americana. Così aveva deciso di rispondere a un annuncio in cui si ricercava un allenatore di football americano, anche se lui di football non ne capiva nulla, per fare un po’ di conoscenza con dei ragazzi indigeni.
Solamente che il suo italiano era poverissimo. Questa circostanza, però, gli tornava utile per filtrare attraverso una presunta incomprensione tutti gli episodî in cui avrebbe mostrato di non capire un’acca di football americano. Così va a questo allenamento, e siccome non ha idea di cosa si deve fare a un allenamento di football americano, dice ai ragazzi: «beh, fatemi vedere quello che sapete fare». Così questi ragazzoni iniziano a ingaggiarsi in mischie, placcaggi, e tutte le cose che v’immaginate. Solo che, mentre si adoperavano in queste manovre fra l’agonistico e il violento, continuavano a gridare «Dài, giù! Dài, giù! Dài, giù!». Che per noi è normale, ma ha precisamente la stessa pronuncia dell’inglese “die Jew”, muori ebreo.
Lui si è un po’ impaurito, pensava: «speriamo non sia quello che credo, speriamo non sia quello che credo». Le ha pensate tutte: che in Italia l’antisemitismo sia così radicato che “muori ebreo” è un incitamento standard che si fa tra ragazzi, senza nessuna componente negativa; che fosse una frase inglese riportata in italiano senza sapere il vero significato (tipo il sedicente ristorante italiano “Madonna Maiala” a Fukoka, in Giappone); che fosse tutto uno scherzo fattogli dagli amici.
Vabbè, ha finito per non allenarli, ma almeno un suo amico gli ha spiegato che voleva dire “dài giù”.
(immaginatela raccontata in inglese, che non sapete fino alla fine che “dài giù” vuol dire “get down”)
Divertente.
“Mi sembri un po’ giù(deo) o no?” è usata anche nella traduzione italiana del film Annie Hall di Woody Allen, mentre dopo una partita a tennis discute con un suo amico. Allen è furibondo perché secondo lui lo hanno preso in giro così:
“Did you eat yet or what?” and Tom Christie said, “No, didchoo?” Not, did you, didchoo eat? Jew? No, not did you eat, but Jew eat? Jew. You get it? Jew eat?
Senza andare fino in Giappone, ora che sei a Londra puoi cenare a “La Figa”, ristorante a Limehouse.
Non sto ad aggiungere le frasi che si potrebbero tirare fuori per fare conversazione…
Potrebbe rientrare nei luneddoti, se non fosse mercoledì.
Wimbledon , tanti anni fa .
L’italiano Paolo Canè gioca un grandissimo match contro non mi ricordo più chi che alla fine si lamenta dei tifosi italiani : ” they wish me to die ” .
Ovviamente incitavano Canè con “dai” :-))
A Capetown ho trovato il ristorante ” Col cacchio ” .
Questa storiella puzza a chilometri di distanza di leggenda metropolitana. Tuttavia confido nella serietà del tenutario di questo blog e la prendo per vera.
@ Stefano:
Un po’, effettivamente, darebbe l’impressione anche a me a leggerla così. Però un americano che sa cosa vuol dire “dà i giù” e ci monta una storia mi sembra un po’ più strano che se l’avesse raccontata un italiano. Possibile eh, però secondo me era onesto.