Ho comprato un nuovo cellulare che quando metto la sveglia per il giorno dopo, senza che io gli dica nulla, mi fa comparire una schermata con scritto “tempo rimasto prima dell’allarme xx:yy”. Così la sofferenza del risveglio con troppo poco sonno alle spalle la comincio a patire dalla sera prima.
Per colpa del sorpasso di Malawi e Ghana, l’Italia ha perso due posizioni rispetto all’anno scorso nella classifica fra le nazioni con minore disparità di trattamento fra uomini e donne, assestandosi su un fiero 74° posto. Dopo l’Italia, il peggiore Stato dell’Europa occidentale è trenta posti più avanti.
È il discorso che mi avete sentito fare tante volte: causa o effetto che sia – forse più il secondo –, è questo il lato peggiore del berlusconismo, altroché.
Dico spesso che il tifo da squadra nelle questioni del Medio Oriente è quasi più deprimente dello stesso Medio Oriente. Mi dimentico di dire che la copertura mediatica del Medio Oriente è perfino peggio – Repubblica oggi:
Uno strafalcione così gigantesco – fasullo in ogni singola parola – non l’avevo mai visto: “Arrestato il bimbo palestinese che era stato investito dal colono. Mufid Mansur, 8 anni, è stato prelevato dalla sua casa di Gerusalemme Est. Impedito al padre di accompagnarlo. L’uomo che l’ha travolto con l’auto rilasciato subito.” Ci credete che non c’è un solo dato veritiero? Andiamo con ordine:
Arrestato il bimbo palestinese che era stato investito dal colono
Notizia inventata, non è stato arrestato.
Mufid Mansur
Mufid Mansur non esiste. Il ragazzino si chiama Imran Mansour
È stato prelevato dalla sua casa di Gerusalemme Est
Falso.
Impedito al padre di accompagnarlo
Due versioni, entrambe incompatibili con questa: Ma’an cita un testimone che riferisce di un interrogatorio a un altro bambino senza la presenza della famiglia, Palestine News Network dice invece che sono stati interrogati i genitori al posto del bambino.
L’uomo che l’ha travolto è stato rilasciato subito
Non è vero. È stato interrogato e poi liberato su cauzione: le indagini su di lui continuano.
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Come sono andate veramente le cose?
Il video potete vederlo da voi, e risale a qualche giorno fa: ho però l’impressione che – come al solito – confermerà i pregiudizî dei tifosi delle due squadre su quanto siano gli altri i veri farabutti. Una cosa che ho notato io è la quantità di telecamere e macchine fotografiche presenti sul luogo in attesa dell’evento, e di come per diversi secondi nessuno faccia nulla per soccorrere il bambino investito.
Il filmato fa il giro del mondo, e viene visto anche dagli israeliani che identificano i ragazzini che hanno partecipato all’agguato. Fra questi ce n’è uno – di otto anni – che si chiama Umram Mufid Mansur, un nome simile a quello del ragazzino investito: alcune fonti molto schierate li associano per la forza evocativa che ha, così, la notizia.
In tutto il mondo, gli unici a bersela senza fare neanche un abbozzo di controllo, sono gli italiani: prima l’Adnkronos, poi Repubblica, Messaggero, Quotidiano Nazionale, etc. I risultati su Google per Mufid Mansur provengono tutti dall’Italia (tranne un paio, in francese, che citano Repubblica come fonte). Basta cercare il nome corretto e i risultati, questa volta in tutte le lingue, non trovano traccia di alcun arresto per il ragazzino investito.
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Aggiornamento del 17/10: è uscita un’agenzia dell’AFP (che io ho trovato citata solo qui, ma presto sarà più diffusa) che racconta che uno dei due bambini che erano stati investiti daBeeri è statoportato ieri (sabato), accompagnato dal padre, in commissariato per essere interrogato “for questioning” a proposito del lancio di pietre.
Ognuno si farà la propria opinione sulla legittimità di questa iniziativa, e probabilmente questa opinione ricalcherà gli schieramenti di cui sappiamo: quello che mi preme sottolineare è come la stampa italiana abbia scritto di un evento che non era mai avvenuto, sbagliando identità ed età della persona a cui si riferivano, e citando particolari fasulli (il mancato accompagnamento da parte del padre – si è poi appurato il contrario anche per l’altro bambino – e la liberazione di Beeri, che è invece stato rilasciato su cauzione).
Devo dire che, a giudicare da tutte le reazioni che ho visto a questa notizia e poi alla sua smentita, sono rimasto scioccato dalla quantità di persone – a onore del vero, su entrambi i fronti – che invece di domandarsi, e voler appurare, quale fosse la verità, hanno ragionato solo col cui prodest?
Ci sono duecento ragioni per le quali io non mi sarei mai potuto trovare nella situazione in cui si è trovato Nicola Porro: sono ragioni che hanno a che fare con ciò che penso, ma soprattutto con quel suo pelo sullo stomaco che si evince da tutta questa situazione, da quell’ignavia rispetto alle malefatte dei proprî sodali che è indulgenza verso le cattiverie. Sono ragioni che dipendono dalla gente che frequento, dal mio modo di rapportarmi agli altri, e di canzonare le persone.
In quelle telefonate c’è quella dose di perfidia del bambino che tiene la lucertola per la coda e la vede dimenarsi impaurita, ridendone: forse è questa la scena più raccapricciante. E c’è un’aria, più che di minaccia, di rivalsa – di voler mostrare chi è più forte (o, forse, potente) – anch’esso molto infantile, che somiglia molto al nonnismo. A me – almeno lo spero, per ciò che sono – non potrebbe capitare, perché trovo questo tipo di atteggiamento sgradevole, ed è quanto di più lontano da ciò che pratico e professo.
Però da qualche minuto penso anche che, messo in quella situazione, non sarei mai riuscito ad avere la freddezza, la lucidità, l’umiltà e la dignità che ha avuto Porro in questa intervista:
Se anche voi – come me – appena dopo aver sentito quelle telefonate avete pensato: «questa è una minaccia, punto e basta, e lui è uno stronzo», magari vi può tornare utile guardare l’intervista, fino in fondo (più avanti migliora), per cambiare – almeno parzialmente – idea, come l’ho cambiata io.
L’avvocato Lorenzo Borrè, difensore del professore negazionista dell’Olocausto Claudio Moffa, e sull’ideologiadelqualeprendoqualchelink da un commento di questo post di Tiziano Caviglia, nonché apologeta di Hamas – che non è un “gruppo terroristico”, ma un movimento di liberazione nazionale –contrario all’appello per la liberazione di Sakineh – mi sembra però che la campagna si stia trasformando, se già non lo era in partenza, più in un battage propagandistico contro l’Iran che in un appello a favore della donna azera – etc. etc. ha minacciato il nostro Scialocco di querela per diffamazione (dopo aver fatto lo stesso con Caviglia).
È curioso come certe persone che combattono contro i reati d’opinione – cosa sulla quale, fra l’altro, sono d’accordo – nell’area dell’estrema destra, ovvero la censura per legge di alcune idee o della propaganda di esse, siamo poi così solerti nel ricorrere al mezzo giudiziario per “correggere” l’altrui opinione che considerano fallace.
Mi premuro di comunicare che ho appena mangiato il dolce più buono della mia esistenza: fatto di tutte le cose che più mi piacciono al mondo, e tutte insieme (ok, niente cipolla, o mozzarella di bufala diciamo quelle dolci). Ogni parola che scorrevo nel menù, pensavo: “ora arriva la fregatura, ora arriva”. E invece un altro ingrediente ancora più buono. E poi così via. Allora, eran:
diversi strati di pancake (quelli all’inglese)
all’interno dei quali c’erano degli spicchi di mela
con una spruzzata di panna, ma non stucchevole
dentro alla quale erano impiantate numerose pecan
tutto spolverato di tanta cannella
e imbevuto in sciroppo d’acero
Per quelli di voi che capitassero a Londra, io l’ho trovato qui, è anche un posto molto carino.