Apologia dell’invidia

Il messaggio di Berlusconi
Il messaggio di Berlusconi

Uno dei cliché più stupidi che ci siano è che la gente ti odi perché è invidiosa. È una spiegazione compiaciuta e da quarta elementare. «Mamma, Martina mi dice che sono brutta» «lo fa perché è invidiosa di come sei bella».
Invece se uno ti odia lo fa per la ragione opposta, e cioè che è tutto il contrario: che non vorrebbe mai essere come te, e che non condivide in nessun modo quello che fai.

Berlusconi l’aveva già detta, una cosa simile, ché fa molto presa sul senso comune. Ma, invece, no: Tartaglia non era invidioso di Berlusconi, tutt’altro. Fosse stato invidioso l’avrebbe idolatrato, e non gli avrebbe tirato una statuetta in bocca.

Io sono convinto che ci siano molti che, veramente, odino Berlusconi – anche in un modo che io non riesco a capire, oltre al limite dei provvedimenti con i quali Berlusconi ostacola la felicità degli altri individui: quell’atteggiamento insinuante – al di là dei casi specifici – per cui non esiste una zona grigia fra ciò che è legale e ciò che è giusto, e che qualunque tentativo riuscito di spostare in avanti ciò che è legale in direzione dell’approfittarne, è testimonianza di furbizia.
Ma a me, della sofferenza personale di Berlusconi non frega nulla. Anzi, ci mancherebbe, mi dispiace.

Quindi sì, l’odio c’è. E sicuramente – come s’è visto – c’è chi è capace di trasformare quest’odio in un fatto violento. Ma che c’entra l’invidia? È molto più probabile che gli invidiosi di Berlusconi siano quelli che lo votano, che sperano che qualche briciola cada anche al popolo, dal ricco tavolo imbandito del sovrano.

L’invidia è un sentimento bellissimo. L’invidia è quella disposizione d’animo per cui, quando vedi qualcuno che fa una cosa meglio di te, vuoi riuscire anche tu a farla bene come lui.
È la spinta di verità per cui Ahlam – che non ci aveva mai pensato prima – vede una ragazza italiana, Angela, che può andare in giro per strada, camminare e parlare con chi vuole senza bisogno di un uomo che la controlli, e pensa: «perché lei può e io no?».
Alla base di tutte le rivendicazioni di libertà c’è invidia, l’invidia – sana – per chi quelle libertà ce l’ha. L’invidia è il principio, in entrambi i sensi, di ogni evasione.

Certo, chiaro, l’invidia può degenerare. Qualcuno può tentare di rubare, per invidia: ma è sbagliato rubare, mica essere invidiosi.
Per questo l’accusa agli invidiosi è, davvero, la cosa più sciocca che ho sentito in questi giorni.

Poi è chiaro che, in questo momento, come ai funerali e nelle grandi tragedie nazional-popolari, vale tutto. Liberi tutti. E ha anche un senso.

Ma a un certo punto mi fermo: perché la retorica la capisco e la sopporto – l’amore vince sempre sull’odio -, le cazzate no.

26 Replies to “Apologia dell’invidia”

  1. Giovanni, visto che ti piace pensare su tutto prova a pensare anche che l’invidia, in quanto sentimento bivalente, non contiene solo l’accezione positiva che le hai assegnato, ma anche quella opposta: se c’è chi invidia perché effettivamente vorrebbe essere come l’altro (l’oggetto del suo sentimento), c’è anche chi invidia perché vorrebbe che l’altro non fosse com’è. Nel primo caso invidio perché apprezzo, nel secondo invidio e di conseguenza disprezzo. E’ questa caratteristica negativa, distruttiva dell’invidia che caratterizza molte manifestazioni personali e, se vogliamo proprio buttarla in politica, molte ideologie -anti. In questo senso credo che – santino a parte – il messaggio non sia così sbagliato.

    Saluti.

    Enzo

  2. 1972 scrive::

    se c’è chi invidia perché effettivamente vorrebbe essere come l’altro (l’oggetto del suo sentimento), c’è anche chi invidia perché vorrebbe che l’altro non fosse com’è.

    Enzo, non capisco il sillogismo.
    Se c’è l’uno, allora ci deve essere l’altro? Non mi pare.

  3. Quando ho letto il messaggio di B. ho subito pensato che quell’ “invidia” ti avrebbe fatto quantomeno storcere il naso, come lo ha fatto storcere a me

  4. Non è un sillogismo. Sono due situazioni in cui il sentimento può manifestarsi: un’invidia positiva e un’invidia negativa. Chi manifesta la prima apprezza e tenta di emulare, chi manifesta la seconda disprezza e tenta di distruggere.

    Saluti.

    Enzo

  5. Se mai ci sarà qualche emulo, speriamo usi una secchiata di letame al posto delle statuine. Il messaggio sarebbe potentissimo, anche più di quello generato dai media di Berlusconi.

  6. Mhh, l’invidia è anche pensare che quella cosa avuta dall’altro non può arrivare a te, qualcosa che non avrai mai. A volte l’invidia è li’mpotenza e l’incapacità consapevole di raggiungere gli stessi livelli, degenera nella frustrazione e nella rabbia. Mica è sempre punto di partenza per migliorarsi.

  7. Io invidio, invidio i cittadini di paesi civili che negli ultimi 15 anni non hanno dovuto fare le comparse alla vita di un miliardario.

  8. bah..a parte i sentimenti e le azioni che ne scaturiscono (che, a mio parere, sempre dipendono dalle predisposizioni personali e, quindi, sono un fatto soggettivo…cioé, tutti possono odiare ma non tutti ti daranno un pugno perché ti odiano…), la cosa riprovevole e ripugnante é che Berlusconi ci marcia sempre ed utilizza in modo disgustoso il vocabolario…per cui, non se ne puo’ più di essere presi per il culo da questo qua!!
    Dopodiché…finisce l’invidia, l’odio, l’antipatia e si entra nel campo dell’esasperazione!!!!!
    (eh,eh..)ciao

  9. Credo che molte popolazioni al mondo cambierebbero la loro esasperazione per la vostra. Non perdete il senso delle proporzioni, anche se lamentarsi è gratis.

    Saluti.

    Enzo

  10. @ 1972:
    Questo commento che ricorda chi sta peggio non giustifica i fatti.

    Non bisogna smettere di criticare il proprio paese perché ci sono dei paesi in condizioni peggiori: i paragoni vanno fatti con i paesi con caratteristiche simili (regime democratico, benessere elevato, ecc. ecc.).

    Senno’ si potrebbe anche dire a uno che muore di fame in un paese povero di non lamentarsi perché sulla luna non c’é l’ossigeno del quale, invece, lui dispone in abbondanza.
    ciao 😉

  11. Grazie per la lezione ma il senso del mio intervento era proprio quello. Lasciamo parole come “esasperazione” a situazioni che davvero le richiedono e proviamo a non esaperare i toni quando non è necessario (come nel caso dell’Italia e di altre democrazie).

    Saluti.

    Enzo

  12. @ 1972:
    Per me la situazione in Italia é grave e quello che volevo dire é: non proteggiamoci dietro l’idea che c’é chi sta peggio, bensi’:
    gridiamo forte che in Italia la democrazia é a rischio e la cosa potrebbe passare inosservata!
    (…ricordiamoci che il fascismo inizio’ perché quasi tutti, tranne pochi tipo Gramsci, pensavano che si trattasse di una fesseria di poca importanza…).
    Questo era il senso delle mie parole…

  13. @ Laura:
    Sai, secondo me, facendo questi paragoni chi sono i primi offesi? Quelli che sono, da sempre, i simboli – anche un po’ sciupati – dell’antifascismo: i partigiani.

    Io, fossi un ex-partigiano, mi incazzerei di brutto a sentir dire che l’Italia di oggi è simile, in qualunque modo, all’Italia del Ventennio.

  14. …certo che non é il fascismo… il discorso é un po’ più lungo.
    Io credo che Berlusconi sia più subdolo del fascismo. Quello che crea lui é un regime dispotico “fantasma”, dai lineamenti non definiti, perché non gli converrebbe venir troppo allo scoperto…
    Il paragone col fascismo c’entra per quanto riguarda il fatto che non lo si sta prendendo sul serio perché, come allora, si é impreparati ad un fenomeno nuovo che non si percepisce come pericoloso (ma cio’ non toglie che lo sia! anzi)…
    Se uno segue tutto quello che sta facendo l’attuale governo (dalle piccole dichiarazioni alle grandi manovre legislative) e possiede uno spirito critico, puo’ fare un’interessante analisi socio-politica accorgendosi di quello che bolle in pentola…
    Poi, se uno vuole, puo’ anche fregarsene o far finta di niente mentre sprofonda in un paese che va sempre più a braccetto con la mafia, che pacatamente reprime la libertà di espressione (un passetto al giorno), che manipola l’opinione pubblica, che se ne frega delle politiche sociali e del lavoro, che é diventato davvero inospitale e razzista…
    Questo é quanto vedo come osservatore esterno.
    Francamente, mi farebbe piacere avessero ragione quelli ai quali sembra che vada tutto bene o quasi.
    In bocca al lupo!@ 1972:

  15. @ Giovanni Fontana:
    Giovanni, leggi il commento che ho fatto a 1972 su questa osservazione… Il paragone non l’ho fatto col fascismo in sé, ma con il fatto che anche il pericolo “fascismo” non fosse preso sul serio da molti, come adesso non é preso sul serio il pericolo “Berlusconi”…

    Io non credo che le mie parole si prestassero ad altre interpretazioni..non distorcetele please.

  16. @ Laura:
    Beh, allora mi sembra un paragone davvero debole: quante sono le cose sottovalutate nel mondo? Perché non hai detto “Berlusconi è come il peso dei libri in uno zaino di 4° elementare”? Credo che tu abbia usato quell’esempio, per la forza evocatica che ha: e il fatto che tu definisca Berlusconi più “subdolo” del Fascismo mi sembra confermarlo.
    E comunque non lo condivido. Anzi, trovo Berlusconi sopravvalutato.

    Penso, ad esempio, che l’Italia di oggi – nonostante Berlusconi – sia enormemente meglio dell’Italia della DC di 40 anni fa.
    In tutti i sensi, come libertà individuali, come gente che muore di fame, come aspettativa di vita, come libero accesso alle informazioni, come educazione.

    Questo non mi impedisce di riconoscere che l’attuale legge sull’immigrazione, ad esempio, è scandalosa. Anzi, al contrario, permette di focalizzarsi sui problemi veri, e con la giusta priorità. E, per me, l’Italia ha una priorità davvero minima (anche perché non conta nulla, per fortuna, sul piano internazionale).

  17. @ Giovanni Fontana:
    Ok. Il punto é che abbiamo vedute differenti:

    1. per me Berlusconi é sottovalutato e per te é sopravvalutato.

    2. Il paragone l’ho fatto perché il fascismo é stato un regime dispotico che ha avuto luogo in Italia e che non é stato per tempo riconosciuto come pericoloso; quindi, secondo me, é legittimo usarlo come paragone con il berlusconismo, che, secondo me, é un regime dispotico di nuovo tipo che, da molti (incluso la sinistra, vedi PD ecc.) non viene riconosciuto come pericoloso. Per te, invece, il pericolo non é tale da doversi preoccupare.

    3.Per me l’Italia di oggi, fatta di razzismo crescente, ignoranza dilagante (assolutamente peggio di prima…a partire da dopo l’alfabetizzazione, chiaro…), mafia in crescita, linguaggio inaccettabile da parte dei politici (quando ero piccola i politici non parlavano a questo modo..vedi Borghezio..), ecc. maschera solo molto meglio di una volta certe schifezze e non mi sembra meglio di prima. A me sembra peggio di prima. Per te, invece, questo discorso non é corretto e l’Italia di oggi ti sembra migliore.

    Vedute differenti. Per ora, non ho trovato argomentazioni che mi abbiano fatto cambiare opinione.

    Ad ogni modo, credo che, sia con la tua (e di 1972) visione più pacata che con la mia più preoccupata, possiamo insieme essere concordi nel dire che la legge sull’immigrazione (e tante altre) é un obrorio. Questo mi fa piacere. Adesso devo andare (al corso d’inglese), ciao

  18. Laura scrive::

    fatta di razzismo crescente

    Quali sono i dati che ti fanno dire questo?

    Bada che io sono profondamente convinto che in Italia si sia razzisti, ma non penso che lo si sia più di venti anni fa.

    Quarant’anni fa c’era addirittura gente che aveva paura a stare accanto a un negro. Non si poteva divorziare: figuriamoci il trattamento degli omosessuali! Ovviamente è vergognoso che gli omosessuali non possano sposarsi e adottare come tutti gli altri, ma non penso che ora siamo più lontani da questa prospettiva di quarant’anni fa. Anzi, penso che siamo molto più avanti.

    Laura scrive::

    ignoranza dilagante (assolutamente peggio di prima

    Anche qui, quali sono i dati con cui suffraghi questa tesi? Tutti quelli che ho visto io, al contrario, dicono l’opposto. Che poi è ovvio, l’educazione diventa sempre più diffusa: ora c’è molta ignoranza, ma prima ce n’era in maniera enorme.

    Laura scrive::

    mafia in crescita

    ???

    Ma tu hai presente che paese era questo paese vent’anni fa? La mafia è stata talmente colpita, negli ultimi decenni, che ha dovuto cambiare strategia: la mafia di Totò Riina era un’istituzione gigantesca che minacciava lo stato di poter vincere uno scontro frontale! Provenzano ha adottato un profilo molto più basso, cercando in tutti i modi di accordarsi con lo stato, e di non essere intaccato.

    Ovviamente la mafia c’è ancora e bisogna combatterla con fermezza, specie nelle mentalità, ma confrontarla anche solamente con il potere che aveva vent’anni fa è assurdo.

    Laura scrive::

    sia con la tua (e di 1972) visione più pacata

    Non so per Enzo, ma io non credo che la mia visione sia più “pacata”. Dico solo che – anche ora in questo istante – ci sono persone che vengono torturate e uccise, prese per la testa e spaccate contro un muro, sotterate e uccise a pietrate, torturate per staccando tutti i denti con le tenaglie.

    E questo succede in moltissime parti del mondo, accennare anche solo in polemica, un confronto, mi sembra abusivo.

  19. Razzismo crescente: mi baso su anni di esperienza personale. Esempio: a Bologna dal 1998 al 2004 il razzismo è aumentato in maniera impressionante. 1998: a Bologna i nordafricani giravano per il centro e ci si sedeva insieme a parlare…pian pianino, cambia il sindaco e la repressione diventa regola, il divario fra gli italiani e i nordafricani è cresciuto e, non solo non ci si può più sedere a parlarci, ma ci si guarda con sospetto…ecc..ne sono venuti fuori diversi episodi di violenza per le strade…

    Ingoranza: mi baso sull’esperienza personale anche qua, aggiungendo quella di mia madre che ha insegnato per 40 anni (per me è fonte attendibile). Aggiungerei il fatto che la televisione sta rncoglionendo un sacco di gente (credo ci siano dei saggi di McLuhan al riguardo).

    Mafia: mi riferisco ai rapporti tra mafia e politica e a come la mafia sia diventata tutt’uno col sistema politico (vedi Berlusconi e nascita del PDL…credo questo venerdì…da verificare il giorno…usciranno con il giornale “il fatto quotidiano” delle registrazioni telefoniche tra Berlusc. e altri, dalle quali si evince come i rapporti tra mafia e politica non me li stia inventando).

    A parte tutto ciò, non capisco perchè ti accanisci nel dire che io faccia confronti con altre parti del mondo, quando io ho detto tutt’altra cosa: ho scritto che i confronti si fanno con chi è a pari condizioni(!) e che, anche se, in genere, in Italia non moriamo di fame come succede altrove(e qua è Enzo che fa il confronto, se proprio vuoi…), non per questo dobbiamo smettere di criticare e lottare per i nostri diritti e per far sì che l’Italia diventi un posto migliore (a me interessa la difesa dell’ambiente, l’onestà, la difesa dei diritti, ecc.)

    Non ti arrabbiare, ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire…

    P.S.(comunque, la tortura esiste anche in Italia: ai fatti di Genova , del G8, ci fu tortura e la corte non ha potuto condannare chi doveva per tortura solo perchè il reato non é contemplato dalla legge italiana….nelle carceri, secondo te, i detenuti se la passano bene?…a volte abbiamo la tendenza a pensare che gli scandali ci sono solo fuori e lontano…).

    E, credimi, tutto quello che ho scritto l’ho scritto con molta coscienza (e disgusto) di ciò che accade nel resto del mondo.

    (spero che prima di arrabbiarti abbia letto, e non il contrario…buona serata) 🙂

  20. @ 1972:
    So benissimo che 3/4 dell’umanità cambierebbe volentieri la sua vita con la mia infatti ho usato il termine “paesi civili” per cercare di mantenere il senso delle proporzioni. Se ho avuto la fortuna di nascere in Italia non vedo il perchè non debba aspirare a una vita migliore.

    Roberto

  21. Mmmmmh, no.
    Secondo me nel tuo post confondi l’invidia con l’ammirazione.

    L’ammirazione è “desiderare di essere(avere) quel che l’altro è(ha)”, o anche “stimare l’altro per quel che è(ha)”.

    L’invidia è, nella sua accezione peggiore, “desiderare che l’altro non sia(abbia) più quel che è(ha)”. Nell’accezione migliore è simile all’ammirazione, ma la differenza sta nell’animo dell’invidioso (triste, scoraggiato, privo di autostima), non nella situazione “esterna”.

    Sono due facce della stessa medaglia, che è il fatto che c’è chi ha di più e chi ha di meno, chi ha alcune doti, chi ne ha altre. Che siamo tutti diversi. Sta a noi scegliere in che direzione andare: se migliorare noi o volere che gli altri peggiorino.

  22. @ Ugo:
    Mi sembra che, invece, l’ammirazione sia solamente il sentimento di forte stima nei confronti di qualcuno o qualcona, o ancor meglio – cito – “osservare con meraviglia” qualcuno o qualcosa.

    Non ha quella componente di desiderio di ottenere lo stesso che ha invece l’invidia.

    Il problema è che il corto circuito odio-invidia, è solamente una delegittimazione del punto di vista altrui insinuandone la malafede.

  23. Beh, gli avversari di Berlusconi si potrebbero dividere in due categorie (con le dovute aree grigie, sfumature, etc.): quelli a cui importa solo che perda le elezioni e quelli che godrebbero se (oltre a quelle) perdesse quel che ha (potere, ricchezza, salute, libertà, vita, etc.) Questi ultimi sono invidiosi, e non credo sia azzardato dire che lo odino, infatti:
    «L’odio è un sentimento umano che si esprime in una forte avversione o una profonda antipatia. Lo distingue da questi ultimi la volontà di distruggere l’oggetto odiato, e la percezione della sostanziale “giustizia” di questa distruzione» (da Wikipedia, per quel che può valere)
    Dal mio punto di vista hanno piena legittimità a farlo: come ben dice Travaglio, chi ha detto che non devo odiare un politico? Forse Gesù. Ma non è mai diventata una legge. Per cui odiate, invidiate, insultate pure. Rientra tutto nella libertà di espressione.

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