Lunedì degli aneddoti – XIX – (Very) Nouvelle Cousine

Quando mi capita di leggere un aneddoto carino, da qualche parte, me lo appunto per non dimenticarlo: così ora ho un piccolo mazzo di aneddoti che ogni tanto racconto. Pensavo di farci un libro, un giorno, ma forse è più carino pubblicarne uno, ogni tanto, sul blog. Questo ‘ogni tanto’ sarà ogni lunedì.

(Very) Nouvelle Cuisine

Delle volte mi chiedono «che hai studiato?», io rispondo Filologia Romanza e la domanda diventa «che hai studiato?!?». Allora a quelli più romantici racconto di Lancillotto e Ginevra, di Tristano e Isotta. A quelli più pragmatici racconto questo: le lingue sono corpi pieni di storie, aneddoti, prese in giro, raccontate dalle parole, dai nomi di luoghi e di persone. Così, per esempio, tutte le “rive” sopra a Rimini e La Spezia rimangono rive, come la Riviera Ligure o Riva del Garda; invece tutte le rive al meridione di Rimini e La Spezia diventano (in realtà è vero l’opposto, son le ripe a diventare ribe e poi rive) “ripa”, come Bagno a Ripoli, come Marina Ripa di Meana, come via di Ripetta, dove un tempo passava il fiume.
Per tutte le parole? Beh, no. Quelle facili. Dicevamo fiume, ecco fiume. Il fiume in latino era flumen. Poi “fl” non riescono più a dirlo e diventa “fi”. Come il florem, diventato fiore. E quelle difficili? Beh, quelle no. Quelle rimangono ancora per un po’ in latino, e difatti ce le ritroviamo con un bel “fl” intatto: floreale, fluviale – gli aggettivi relativi, già son più difficili. Però che vuoi che cambi. Fiore, floreale, siamo lì. Macchiato, maculato, stessa solfa, anche se – certo – se proviamo a chiedere al bar un latte maculato il barista ci guarda un po’ storto.
Poi però arrivano gli inglesi. Cioè, quelli che arrivano sono i francesi, perché gli inglesi sono – ehm, perdonate – dei buzzurri. O meglio, quelli che non sono del volgo – quelli che frequentano l’alta società – parlano in francese. Così arrivano i francesi e gli insegnano tutto, gli insegnano tutto e glielo insegnano in francese. L’inglese non è una lingua latina, però se andate a vedere tutto il lessico più del 70% è di origine latina diretta o indiretta: solo che son le parole difficili! E così “re” si dice “king”, che è germanico, ma reale – sempre l’aggettivo relativo – si dice royal, che se lo pronunciate con l’accento sulla “a” sapete da dove viene. E sinistra? Beh, sinistra si dice “left”: non è latino, perché è facile. Però in italiano si dice anche una cosa sinistra, un concetto un po’ meno immediato. E come si dice in inglese? Già, “sinister”.
Ma la cosa più bella, io dico, è questa: quelli, dicevamo, non sapevano far nulla: neanche cucinare! Arrivano i francesi e glielo insegnano. Bravi. E allora che succede? Che i nomi degli animali che si mangiano, in inglese, si dicono in francese: direte, ma come, “Cow” “Lamb” “Pig”, per dire i tre animali che si cuociono di più, non suonano mica latini. Appunto! Perché quegli stessi animali, cotti, diventano francesi: beef, che viene da boeuf, bove. Mutton, il montone, Pork, il porco. E pensate un po’ che ci sono anche quelli che fanno avanti e indietro, come il bove, diventato beef, poi beef steak, pezzo di carne, e tornato al di qua della Manica e al di qua delle Alpi come beef-steak, bistecca. Magari una bella Fiorentina.

[Qui il primo: Brutti e liberi qui il secondo: Grande Raccordo Anulare qui il terzo: Il caso Plutone qui il quarto: I frocioni qui il quinto: Comunisti qui il sesto: La rettorica qui il settimo: Rockall qui l’ottavo: Compagno dove sei? qui il nono: La guerra del Fútbol qui il decimo: Babbo Natale esiste qui l’undicesimo: Caravaggio bruciava di rabbia – qui il dodicesimo: Salvato due volte – qui il tredicesimo: lo sconosciuto che salvò il mondo qui il quattordicesimo: Il barile si ferma qui qui il quindicesimo: Servizî segretissimi qui il sedicesimo: Gagarin, patente e libretto qui il diciassettesimo: La caduta del Muro qui il diciottesimo: Botta di culo]

Vuoi indicare un aneddoto per un prossimo lunedì? Segnalamelo.

17 Replies to “Lunedì degli aneddoti – XIX – (Very) Nouvelle Cousine”

  1. Gran bel post.
    Segnalo una piccola curiosità, che non inficia ma completa la derivazione ‘sinister’/’sinistro’. In realtà sinistra e left avevano un significato molto simile sin dall’origine (c.1200, from Kentish form of O.E. lyft- “weak, foolish” (cf. lyft-adl “lameness, paralysis,” E.Fris. luf, Du. dial. loof “weak, worthless”), qui), e la radice di left ha molte più occorrenze in Europa, dai significati rituali e scaramantici, proprio per la sua derivazione germanica.

  2. Billy Pilgrim scrive::

    In realtà sinistra e left avevano un significato molto simile sin dall’origine

    Difatti. Non simile, coincidente. È proprio quello il fatto che due parole con lo stesso significato, anche in italiano – come si immagina – viene dalla stessa parola, perché i mancini venivano un tempo considerati sospetti e pericolosi.
    Ma, appunto, la parola che ha avuto la stessa origine quando è “facile” va in germanico, e quando è “difficile” va in latino.

    Di più, se ci pensi sia in italiano che – ancora più forte – in inglese c’è l’opposto: in italiano uno destro è uno bravo, capace. E la destrezza è la capacità di muoversi bene.
    In inglese c’è right, che vuoldire sia destra che giusto, ma c’è dexterity e dextrous proprio dal latino.

  3. Bel post interessante e divertente.

    Quando facciamo i paragoni linguistici tra francese, spagnolo e italiano viene sempre fuori che ci sono alcune parole usate in una o due di queste lingue che quelli che parlano le altre due o l’altra capiscono ma considerano antiquate.
    E’ divertente quando scopri che se dici “marmellata” (ita.) o “marmelada” (spagn.) un francese si mette a ridere e ti dice che “marmelade” lo trovi nel dizionario di tua nonna e invece si dice “confiture”…e allora tu gli dici:”mi sembri una pubblicità che fa lo spot della “confettura”…”che parola raffinata!!” …e via cosi’.

    Altra cosa. Giusto per far felici i madrelingua italiani. Per la parola “sinistra, sinistro” aggiungo che “siniestro” si dice in spagnolo sempre a significare una cosa sinistra, mentre il lato sinistro si indica con la parola “izquierda”. In fracese la sinistra é la “gauche” e la cosa sinistra é “sinistre”.
    Abbiamo esportato una parola!!wow!…pero’, che parola….!
    (spero ne abbiamo esportate di più simpatiche).

    Aaaaaahhhhh, e che dire del “sinistro” come incidente??? (anche in francese di usa in questa accezione)…vabbé, basta: mi rimetto a lavorare. Ciao.

  4. Gran bel post…ispirato!!
    Puoi competere senza paura con la rubrica del Venerdì “Lessico e Nuvole” di Bartezzaghi
    …anzi vinci perchè tu hai una visione “europea” della parola 😀
    Compliments!
    Ciao

  5. Grazie del post, mi sono sempre chiesto come mai tante parole inglesi avessero un sinonimo con radice latina (come luck/fortune, tanto per dirne un’altra), ma neanche gli inglesi a cui ho chiesto ne sapevano nulla. Alla prossima occasione mi potrò bullare di qualcosa!

  6. @ Veronica:
    No, ho fatto scienze umanistiche. Serianni l’ho seguito qualche volta, ma solo per gusto, perché è un genio. Asperti l’ho incontrato qualche volta. Mentre conosco bene l’unica altra filologa di LF, Solimena.
    A SU invece ci sono un sacco di professori di filologia romanza, Antonelli, Canettieri, c’era Bologna, Landolfi, Desideri, Punzi, etc.

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