Tazza – Diario dalla Palestina 173
Finalmente, ce l’abbiamo fatta (su misura):
poveri i bambini che finiscono nella squadra avversaria
Ancora suore VS Povia – Diario dalla Palestina 172
Quando quel figuro losco ha esposto il suo cartello con scritto “ognuno difende la sua verità”, un’altra suora ha commentato:«ma che dice questo? Di verità ce n’è una sola».
Follie – Diario dalla Palestina 171
Più che uno sta qui, più che uno pensa che siano tutti matti. Qualcun altro dice che gli israeliani so’ stronzi, e i palestinesi so’ matti. Ma si incontrano anche israeliani matti e palestinesi stronzi (tipo il mio proprietario di casa). E qui finiamo con le generalizzazioni.
Una cosa, però, che noto sempre è che chi difende Israele lo difende in due modi: contestanto le follie palestinesi e vantando la civiltà israeliana. Invece chi difende la Palestina lo fa in un modo solo: contestando le follie israeliane.
Gesù era celibe – Diario dalla Palestina 170
Ho appena visto, in diretta, lo scempio di Povia. Lo so che non dovevo vederla, sembrava fatta apposta per far infuriare. Per fortuna non solo io. C’era con me una suora. Siciliana. Di sessantacinque anni. Ha detto: «Ma che c’entrano la mamma e il papà? Lo sanno tutti che è la natura».
Finestre – Diario dalla Palestina 169
Proprio un lampo: ma voi c’avete mai pensato che i windows in arabo e in ebraico c’hanno lo start a destra?
Può essere un buon nome per il PD?
C’è un giochino citato un po’ da tutte le parti in rete che si chiama iPod casino: è quella cosa che facevi alle feste di compleanno, se non era rimasto nulla da fare – «dài, io metto una canzone e voi indovinate». Ma ovviamente fatto molto meglio.
Mi sono venuti in mente perché il francofono Davide mi ha segnalato questi della Blogotheque che, perlomeno nella tecnica di presa e nella grafica, mi sembrano molto simili: magari i Pronti al Peggio hanno preso spunto, o magari no. Ma se l’hanno fatto, hanno fatto bene.
Il concetto del gioco è comunque diverso: questi qui braccano dei cantanti o delle band che sono in tour in giro per la Francia e chiedono loro di suonare un pezzo lì, per strada o dove capita. Poi ne fanno il video e lo mettono qua. Ce ne sono di famosi, come i Rem o Tom Jones e qualcun altro, e ce ne sono di meno famosi che spesso sono quelli che funzionano di più.
Questi sono gli Arcade Fire che suonano in un ascensore, con tanto di violini, addetto allo stracciamento di una rivista e alle percussioni sui muri metallici del “palco”.
Code – Diario dalla Palestina 168
Foto di un paio di settimane fa, che non avevo pubblicato.
Il gioco funziona così: due squadre, 60 caselle, divise in 20 blocchi da 3. La squadra che percorre per prima le 20 caselle vince. Le caselle sono tutte numerate, per ogni blocco di 3 soltanto una è buona (si sente una musica, puoi continuare) e due sono rotte (si sente un grido, e devi ricominciare da capo. Quindi memoria memoria memoria. Nel frattempo i tuoi compagni provano a indicarti la strada giusta, gli avversari – che non vedono il tracciato – a origliare i numeri giusti.
Mezza squadra Ahmar:
Mezza squadra Azrac:
Poi c’è il secondo gioco, una via di mezzo fra codine (in onore a Matteo) e rubabandiera:
Uuuuuups:
Vittoria!
Scappaaaaa
Se proprio non trovate nessuno, lo posso fare io il leader del PD.