Per dieci giorni sono qui e qui per cose che hanno a che fare con questo. Molti meno post, dunque.
Un buon pretesto per utilizzare meglio il tempo dedicandosi a questi, o per buttarlo allo stesso modo, dedicandosi a questi.
3 out of 3
Le notti insonni portano sempre buone notizie…
edit: io non sopportavo i telefilm perché ti costringevano ad avere appuntamenti fissi per metterti lì a goderne. Ecco, m’hanno fregato coi discorsi di Obama. Ora sta parlando della speranza e di chi gliela imputa, altro bellissimo intervento.
“Convinti che fosse un gioco a cui avremmo giocato poco”
Non ho mai avuto compiacimenti nell’essere minoranza, ciononostante fui uno dei ventisettemila: l’ineccepibile reprimenda di Marco Simoni è anche un po’ mia.
“Più la gente conosce Obama, più piace”
Due articoli che vale la pena leggere, su Barack Obama:
1 – Times online, solo un candidato come Obama (o McCain) avrebbe potuto far sembrare l’eventuale elezione della prima donna presidente USA, come il più noioso inconveniente. Lo dice una donna.
…il prossimo presidente deve portare la nazione fuori da questa insolita penombra. Deve provare che l’America può essere intelligente, ragionante e compassionevole. In due parole, far tornare l’America veramente potente…
2 – Haaretz, non so se Obama sarebbe il presidente perfetto per gli Stati Uniti, di certo sarebbe ciò di cui ha bisogno Israele.
…Abbiamo bisogno di qualcuno che possa scrutare l’orizzonte che noi abbiamo smesso di guardare tanto tempo fa. Abbiamo bisogno di resuscitare il più maltrattato dei nostri valori fondanti, la fede nel potere della riconciliazione e della cooperazione, la fede nella pura esistenza delle possibilità…
Le elezioni in america le vince chi ha più soldi
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Non svegliarsi un giorno a Roma
Ero lì davanti.
Obamania
/ postato su iMille
Dicevaaaano che questo giorno non sarebbe mai arrivato! E invece è arrivato, e domani sapremo. La ragione e i sondaggi dicono che Hillary Clinton è in vantaggio, e che sarebbe il cavallo migliore per fare sì che un democratico torni alla Casa Bianca, specie ora che McCain – per molti versi un liberal – è sulla cresta dell’onda dall’altro lato. L’audacia della speranza (versione contemporanea dell’ottimismo della volontà) fa credere in una vittoria di Obama, ora e fra sei mesi.
Eh sì, perché qui dalle mie parti si tifa Obama, si è presa una cotta per Obama.
il cane che morse il gatto che si mangiò il topo
ecco
è perché hanno buttato giù il muro a Gaza
che
è perché l’hanno rinchiusi come in una prigione
che
è perché facevano gli attentati
che
è perché li occupano da 40 anni
che
è perché non riconoscono Israele
che
è perché …
(Continua)
Fesso lo dici a mia sorella
L’appellativo “fesso” mi è sempre sembrato torbido, una maniera con cui chi ingenuo non è, ma anzi molto compromesso, definisce chi non partecipa a quel gioco al ribasso. Un modo per autoassolversi, anche.
Il contraltare è il viramento semantico che ha colpito il termine “furbo”. Da persona intelligente, intuitiva, a furbetto del quartierino.
Insomma: l’ho spesso considerato un titolo di merito.
Questo post di Leonardo mi ha fatto ripensare a quel ragionamento, e a come la sinistra voglia assomigliare (anche negli scritti altrui) alla destra, quando quest’ultima gioca sporco. Il teorema di Leonardo, se ben intendo, è che siccome l’infausta legge elettorale in vigore ha consegnato alla sinistra un paese ingovernabile – ricordiamolo, senza di essa il senato sarebbe andato alla CDL – sarebbe intelligente, non fesso, dare al prossimo governo, presumibilmente di destra, la stessa gatta da pelare.
Come a dire: poco ci importa del bene del paese, pensiamo al bene del PD. Io, che ho a cuore il Pd, ma anche il paese penso invece che la legge elettorale vada cambiata il prima possibile, anche con il referendum, semmai. Penso che Veltroni non sia fesso a spingere per questa soluzione, ma anzi faccia quello che dovrebbe fare ogni politico, dotato di senso di responsabilità. Anzi, ogni politico e basta.
Prendendo a prestito le ficcanti definizioni di Leonardo: se iniziamo a fare gli stronzi con lo stronzo, cominceremo a non distinguerci più, e a non sapere più distinguere qual è il punto, qual è il motivo per cui chiediamo alle persone di votarci, se non la partigianeria di per sé stessa.
Tornando in metafora: a fare gli stronzi ci abbiamo già provato, ci era venuto anche piuttosto bene, ma lui è sempre riuscito a fare lo stronzo ancor meglio. Su quel campo è imbattibile, torniamo sul nostro.
La sinistra deve fare una cosa, e evitarne assolutamente un’altra: quello che non deve fare è sentirsi antropologicamente superiore, quello che deve fare è cercare di esserlo.