Questa è una piccola postilla-anticipata a un post molto più lungo e articolato che dovrò scrivere un giorno. È un tema di cui ho parlato a tante persone, quindi tante di queste si sentiranno destinatarie di quello che sto scrivendo (una in particolare, L., ha più ragione di altri a pensarlo, anche perché gli sono in debito di un’email sentita, voluta e faticosa).
Oggi stavo seguendo la partita del Pescara di Zeman, e la stavo commentando su internet con altri amici tifosi di Zeman. Uno di questi, che non conoscevo e la cui identità è irrilevante, ha scritto (a proposito di un gol): «da approfittarne o da sospettarne – ma io sospetto sempre». Io ho risposto «non te ne vantare, almeno, di sospettare sempre». Lui mi ha chiesto «perché non dovrei?». Io, pensando di fare leva sul sentimento calcistico e scherzando un po’, ho detto: «perché non penso che Giulio Andreotti sia l’intellettuale di riferimento per uno zemaniano». Lui ha risposto che per chi segue il calcio «il sospetto non è un’opzione, è un dovere».
Perché ve lo sto raccontando? Perché novanta secondi dopo, la stessa persona, ha aggiunto: «Si vedono le prime morti improvvise e resurrezioni miracolose», facendo del sarcasmo sulla simulazione che, secondo lui, un giocatore del Livorno stava compiendo. Solo che quel giocatore è rimasto a terra più del previsto. Io ho aggiunto: «ecco, vedi che figure di merda si fanno a sospettare sempre?». Poi è arrivata la barella. Poi l’ambulanza. E poi Morosini è morto.
Mi vergogno anche un po’, ad aver scritto della “figura di merda”, come se poi il punto fosse quello.
@ Giovanni Fontana:
e intanto ne è morto un altro. E facciamo finta di nulla. Come fosse nulla. Lo dico da uno che domenica prossima sarà di nuovo lì a seguire novantesimo, a riverdersi gli “ailais”, etc. etc.
Però ne è morto un altro. E aveva 25 anni. Merda, solo 25 anni.
a proposito del “pensare male”:
in linea di principio sono d’accordo con Giovanni, purtroppo però il calcio professionistico muove troppi soldi e così ….
…dentro di me si ingrandisce il pensiero che queste morti (o quasi-morti come per Fabrice Muamba) siano dovute all’uso “estremo” di medicinali e/o doping non rilevato dai test, allo scopo di aumentare le prestazioni degli atleti
Leggendo solo il titolo pensavo parlassi di doping.
Giovanni Fontana scrive::
Seguendo il tuo blog non mi stupisce per nulla che tu lo abbia scritto. Più strano che tu non sia rimasto lì a gongolare per il fatto di aver portato a casa il punto.
Ma d’altra parte non hai aspettato un minuto per venire a farlo qui.